Vitality

Snakes Shadding Their Skins

 
 
 
To my beloved Björk, one of the most powerful Snake Women of the Pluriverse.
Please, Never change Your Nature.
For every Snake Woman, a new lighted life begins at Fifty,
everything is happened before.
When a wish fades away
Than nearer we move
To the Realm of the Dead
Who one day will live anew
I will die every day
And will dream once again
Of another myself
This alone will remain
Simple life to be lived
And Joy's Dance will become:
 
Snakes shadding their skins
Snakes shadding their skins
Snakes Shadding their skins
 
Will You Tame Routine
Take Chance as your Bride
May Water be your Dowry
And Temperance your Pride
 
When a wish fades away
Than nearer we move
To the Realm of the Dead
Who one day will live anew
I will die every day
And will dream once again
Of another myself
This alone will remain
Simple life to be lived
And Joy's Dance will become:
 
Snakes shadding their skins
Snakes shadding their skins
Snakes Shadding their skins
 
Will You Tame Routine
Take Chance as your Bride
May Water be your Dowry
And Temperance your Pride
 
 
 
I  SERPENTI  MUTANO  LA  LORO  PELLE
Alla mia amata Björk, una delle più potenti Donne Serpente del Pluriverso.
Ti prego, non mutare mai la tua Natura.
Per ogni Donna Serpente, una nuova vita luminosa comincia a cinquant'anni
qualunque cosa sia accaduta prima.
Quando si spegne un desiderio,
Siamo sempre più vicini
Al regno di quei morti
Che saranno redivivi.
Ogni giorno morirò,
E mi sognerò di nuovo
Altra in me.
Solo questa rimarrà
Unica Vita concepibile,
E la danza della Gioia diverrà:
 
I serpenti mutano la loro pelle
I serpenti mutano la loro pelle
I serpenti mutano la loro pelle
 
Vorrai tu Noiosa Abitudine
Prendere in sposa Possibilità?
Possa essere Acqua la vostra Dote
E Temperanza il vostro Orgoglio.
Quando si spegne un desiderio,
Siamo sempre più vicini
Al regno di quei morti
Che saranno redivivi.
Ogni giorno morirò,
E mi sognerò di nuovo
Altra in me.
Solo questa rimarrà
Unica Vita concepibile,
E la danza della Gioia diverrà:
 
I serpenti mutano la loro pelle
I serpenti mutano la loro pelle
I serpenti mutano la loro pelle
 
Vorrai tu Noiosa Abitudine
Prendere in sposa Possibilità?
Possa essere Acqua la vostra Dote
E Temperanza il vostro Orgoglio.
 
 
VIII
...SBAGLIA...
 
E dalla presa di possesso coscienziale del Sistema Corpo
come Tempio Sacro dell’Essere,
ora bisogna capire attraverso quale programma divino
ne viene garantita la rigenerazione formale e sostanziale,
per la sua durata incolume attraverso tutti i cicli di rinnovamento previsti,
affinché la missione dell’Anima che lo abita possa compiersi in tempo utile
durante lo svolgimento dell’esistenza carnale in corso,
senza che il Corpo esaurisca prematuramente la sua efficiente vitalità.
 
Tutti noi esseri umani conosciamo l'immagine del Caduceo.
Anche se molti di noi non l'hanno mai sentito nominare
né hanno alcuna idea di quale sia il suo significato simbolico,
la sua immagine campeggia ad intermittenza
sull'insegna luminosa di ogni farmacia che si rispetti.
É quel doppio serpente arrotolato intorno ad una spada culminante in un globo alato,
quell'immagine che distrattamente guardiamo apparire di tanto in tanto in città
dentro quelle luminose croci verdi sospese,
mentre avanziamo nel traffico.
Un simbolo che però l'uomo contemporaneo occidentale
non può che guardare con paura e sospetto,
poiché non ancora in grado di trovare un nesso incoraggiante
tra l'inquietante accostamento iconografico serpente-spada-globo
ed il concetto di Slancio Vitale.
Eppure, questa trovata analogica tra elementi di regni diversi
operata dal fantasmagorico cervello pensante dell'essere umano,
è soltanto la cima di un colossale iceberg sepolto,
solo un'egida sintetica posta a scudo di una Verità immensa ed immutabile
che riguarda l'intera Umanità così come il singolo individuo,
poiché riassume in se stessa la formula eterna
che lega indissolubilmente la vita alla morte, senza soluzione di continuità.
Tuttavia esso è un simbolo talmente antico e diffuso
che le contaminazioni e le attribuzioni significanti sono innumerevoli,
a seconda del mutare della visione dell'essere umano nello Spazio e nel Tempo
e degli scopi comunicativi che il simbolo doveva rappresentare
presso diverse civiltà nel mondo.
La visione che ora mi interessa indagare appartiene alla corrente orientale,
che identifica nella doppiezza energetica della Kundalini,
la fucina occulta della nostra vitalità duale elettro/yang-magnetica/yin,
i due serpenti che dalla base del coccige
sono destinati ad inerpicarsi sulla colonna vertebrale
e ad ascenderla fino raggiungere ripetutamente il cervello antico
quale pulsante coscienziale attivatore,
conferendo progressivamente all'intero cervello le ali dell'illuminazione personale.
La fantasia dell'essere umano e la sua sublime poeticità,
hanno generato mille immagini analogiche per tramandare e spiegare questo fenomeno,
ed il mito cristiano occidentale del serpente e della mela
è la storia a noi più vicina sull'argomento,
 benchè travisata da una comune interpretazione morale totalmente distorta.
Un flusso energetico infatti ha tutta la plasticità di un serpente,
ed il potere che il doppio serpente elettro/magnetico genera nella sua ascesa
ha a che fare con un dono irripetibile,
un tesoro unico che ogni essere umano conserva nei propri geni
per la salvezza dell’intera specie umana,
un tesoro che ognuno deve scoprire in sé per realizzare la propria identità nel mondo,
e garantire la continuità prospera della specie.
Ma questo scrigno, ormai,
viene ininterrottamente tramandato di padre in figlio senza mai dischiudersi,
poiché nessuno è più in grado di trovarne la chiave,
che risiede nella capacità di raggiungere la comunione completa
della sensitività fisica e spirituale
delle due metà eternamente in lotta dentro ognuno di noi,
così come nella conquista della profonda unione amorosa
fisica e spirituale tra uomo e donna,
all'insegna di un’accettazione totale delle reciproche interezze androgine.
Non siamo dolci metà di nessuno,
siamo esseri che nella polarità di genere cui appartengono
devono saper conquistare la propria completezza creaturale,
coltivando in sé stessi tutte le qualità della polarità opposta,
così da affiancare l’altro come essere indipendente e a sé stante,
senza alcuna pretesa o bisogno di completare o di essere completato,
poiché il privilegio dell’amore
è piuttosto quello di rappresentare un’opportuntà di condivisione,
rinnovamento e di reciproco sostegno
dentro al miracolo della vita e della morte in tutte le sue forme,
e nel rispetto della necessità che ogni interezza individuale possa attuarsi
secondo il proprio destino di autorealizzazione.
 
Parlando ora in termini più specificamente biofisici
il Caduceo è un antico simbolo medico,
nato allo scopo di rappresentare la modalità divina
in cui il nostro corpo è programmato a compiere
il proprio rinnovamento cellulare consapevole,
che avviene grazie all'ossigenazione ininiterrotta della vitalità vertebrale,
tramite l’afflusso dell'energia toroidale del respiro
nell'alternanza di ossigeno ed anidride carbonica
a questo proposito rimando alla lettura dell'atto II Voltaic Bow -
Tale afflusso è destinato a percorrere consapevolmente la nostra colonna vertebrale
al fine di innalzare l’energia Kundalini fino al globo/mela del nostro cranio,
il cui gheriglio è destinato a risvegliarsi
ampliando la propria porzione di luce
dall'attuale infinitesimale 4% del ragionamento razionale
alla sua Totalità Cerebrale Olistica;
quel processo di disvelamento dell'Essere
che conduce a quella radura luminosa
intuita da Heiddeger come concetto ipotetico mutuato da Parmenide,
circa la concezione dell'Essere in termini di storiografia collettiva.
Ma relativamente al suo significato attuabile nel percorso umano individuale,
la filosofia sembra sempre rimanere una prassi ipotetica e non sostanziale.
Mi viene in mente a questo proposito la favola "Noi Anonimi"
contenuta nel libro Lo Sguardo dalla Torre di Gunther Anders,
in cui l'autore, allievo di Husserl e di Heiddeger,
racconta di due filosofi naufragati su di un'isola talmente sperduta
da non essere stata mai neppure scoperta nè nominata,
isola in cui l'unica loro attività è redigere una rivista
-filosofica per l'appunto-
della quale essi sono contemporanemente autori ed unici lettori.
Anders ironizza sull'inutilità dell'elucubrazione filosofica elitaria fine a se stessa,
all'indomani di un conflitto mondiale in cui due bombe nucleari
avevano puntato definitivamente il dito sull'inadeguatezza portentosa
della classe intellettuale dell'umanità,
poichè ancora incapace di porsi finalmente come guida
nella prassi mentale quotidiana della collettività come del singolo individuo,
circa la necessità vitale di una gestione consapevole e responsabile
delle potenzialità del cervello umano e del progresso tecnico-scientifico sua scaturigine,
giunto a livelli così spropositati nella contemporaneità
da indurre l'essere umano ad identificarsi esclusivamente con il proprio intelletto.
 
A me sembra infatti che lo stesso Heiddeger,
come molti grandi pensatori razionali
rinchiusi nella metà elucubrativa yang della propria Torre Cranica
- rimando a questo proposito alla lettura dell'atto VI Pole Reversal -
non riuscì a contemplare in maniera pratica la grande verità
- che pur lui scoprì in termini teorici -
che il potere del piccolo fascio di luce raziocinante,
(ovvero null'altro che la capacità investigativa del pensiero stesso)
 esiste sempre come suddito del Sacro Sovrano Templare Sensitivo Sua Maestà il Corpo,
la cui esperienza di benessere psicofisico,
così come della propria sintomatologia dolorosa,
sono sempre da considerarsi Oracolo Superiore
della nostra Ancestrale, Divina e Salvifica Coscienza Intuitiva,
che altro non è che la Grande Oscurità Cerebrale che ci governa,
che sarà tale finchè non saremo in grado di ampliare definitivamente
la porzione luminosa nel mare oscuro della nostra immensa Incoscienza.
 
Dobbiamo allora infine prendere atto,
che senza una reale consapevolezza
circa le leggi che l'Oracolo Corpo sancisce
per tutelare la Sacralità dell'Esistenza Individuale e Collettiva,
non si conquisterà mai nè una corporeità felice ed efficiente,
né alcun potere di propiziarne la prosperità materiale,
psichica, affettiva e spirituale attraverso un avanzamento responsabile
della Coscienza del Pensiero Razionale e delle proprie illuminazioni ideali,
il cui rischio è sempre quello di sostare nel ristagno dell’ipotesi
che ininterrottamente disattende se stessa,
gettando l’uomo nella disillusione continua
circa l'effettiva attuabilità delle proprie stesse utopie razionali,
se non attraverso continui atti di forza "scientifica"
tesi a separare il destino della singola cellula dal destino del Tutto.
Ma affinchè tutto questo possa avvenire,
dovrà propiziarsi il superamento definitivo del conflitto
circa il desiderio di dominare e sottomettere la dualità dell'esistenza,
accettando la morte come quel fenomeno naturale
che implica il Rinnovamento della Coscienza,
attraverso il confronto onesto con noi stessi e con gli altri.
Saper morire è mutare le nostre abitudini
forgiando lo stile di vita sulle nuove consapevolezze raggiunte,
 è smentirsi, è chiedere scusa,
è trasformare la noia o l’afflizione dell'esistenza
 ricalcolando la rotta delle nostre aspirazioni,
è risollevarsi dalla disperazione del fallimento per reinventarsi,
è accettare e comprendere la natura ed il perchè di un dissesto affettivo
riponderando la bilancia delle reciproche responsabilità,
è non rassegnarsi all'inevitabilità di un verdetto medico,
è riconoscere ogni sintomatologia patologica fisica
come parte integrante della nostra coscienza psichica,
è abbattere le gabbie annichilenti del giudizio altrui
che ci vorrebbe ligi a regole che non ci appartengono,
è amare anche le parti più oscure di sé
riconoscendole nello specchio che l'altro ci porge
e ammettendole come parte integrante della nostra umanità,
propiziando così la catarsi collettiva dalla colpa,
dal dolore e dalla inimicizia tra simili.
Ed infine, prendere coscienza circa l'assoluta necessità
di un nostro incessante Rinnovamento psicofisico e spirituale,
è percorrere una tappa obbligata
affinchè la successiva carta della Volontà di riuscire nei nostri intenti
possa essere giocata con successo,
senza ricadere nella comoda ma avvilente tentazione
di sostare oltremodo negli sterili e dannosi circoli viziosi delle nostre vecchie abitudini.
 
 

 

 
 
 
 
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