Sogno d'Or per Suo Gan

 
 
 
Musica di  Giacomo Puccini
innestata sul Tema tradizionale Gallese  Suo Gan
Parole di Carlo Marsili
 
Bimbo mio bimbo d'Amor
Mentre Tu dormi così
Un angel santo si parte di lontan
Per incontrarsi con Te
Sul candido origlier.
E t'avvolge di fiabe in un vol
E ti narra di fate e tesor
Bimbo d'Amor
Ecco il Sogno d'Or.
 
 
SWEET  DREAM  FOR  SUO GAN
Music by Giacomo Puccini on the traditional welsh melody Suo Gan
Words by Carlo Marsili
 
Baby my baby of Love
While You're sleeping like this
Far away from where You sleep
A holy angel leaves
To meet you on your snowy pillow.
And in his flight he enfold you with fairy tales,
Telling you of elves and treasures.
Baby of Love
Here is your Sweet Dream.
 
XI
...INCARNATI...
L’undicesima carta è infine intesa come il coronamento di un percorso
presso un traguardo che implica un compimento esistenziale di assoluta novità.
Tale compimento vorrei intenderlo come metafora della completa rinascita individuale,
quella cui questo percorso psicosintetico in undici tappe vorrebbe ricondurre.
La consapevolezza di sé, della propria natura psichica,
e delle modalità in cui ci muoviamo nel mondo
attraverso le qualità combinatorie dei nostri tetragrammi elementali vivificati dal Prana,
- così come dei condizionamenti mentali collettivi indotti
che determinano le regole con cui veniamo addestrati socialmente
circa le relazioni con i nostri simili ed i traguardi individuali imposti-
sono frutto di conquiste lente e faticose,
proprio in virtù della nostra eccezionale natura cerebrale
estremamente mimetica, adattiva, emulatrice e conservativa.
Senza queste qualità radicate nella capacità di osservazione e di autoriflessione dell’uomo,
niente potrebbe essere trasmesso di padre in figlio evolutivamente parlando,
sia per via genetica che per via culturale.
Ed è per questo che veniamo al mondo con qualità interiori
e forme esteriori ben delineate,
eppure capaci di quel margine di duttilità psicofisica
che propizierà la nostra crescita e trasformazione formale e sostanziale,
in tutte le età della coscienza vitale,
attraverso l’imprescindibile cifra dell’esperienza individuale,
della sua ripetizione e della possibilità di un suo confronto condiviso con i nostri simili.
Fino al traguardo più auspicato:
quello di raggiungere una consapevolezza di Sè tale,
da accettare la natura dei propri limiti
attraverso la scoperta, l’esercizio ed il potenziamento dei propri talenti,
la cui dote fu patrimonio congenito a noi conferito
per bilanciare i nostri stessi limiti.
Nessun sistema/corpo nasce “privo” di qualcosa.
L’assetto psicofisico di ognuno
è bilanciato sulla natura di quel che è destinato a potenziare nella coscienza,
e conseguentemente nella forma fisica che a quella coscienza risponde.
La discriminante sta nell’individuazione cosciente
della natura del proprio potere personale,
della capacità e della direzione del suo raggio di azione,
attraverso l’osservazione introspettiva sempre più cosciente
della spia dei nostri desideri profondi,
quelli che generalmente ci accompagnano fin da bambini,
quale egida auspicata del nostro percorso esistenziale;
così come attraverso l’osservazione delle nostre cicliche frustrazioni
e dei ricorrenti moventi interiori che le generano,
per scongiurare l’eventualità di finire prima o poi ad intendere la vita stessa
come una sorta di fregatura, contro cui l’uomo sarà sempre impotente.
Nella carta n 11,
l’esortazione ad incarnarsi che la Natività reca in sè è allora intesa,
in questa sua accezione,
come disposizione in totale e vulnerabile apertura
a reggere in equilibrio sul ventre della propria emozionalità più viscerale
-(quel liquido amniotico da cui tutti nasciamo)-
il pianeta duale della nostra completezza esistenziale,
affinché la parte debole e quella forte di noi
si riconoscano come parti di una cosa sola,
e siano complici nel sorreggere a vicenda l’equilibro del pianeta stesso,
considerando i patrimoni di partenza individuati nel Padre e nella Madre
come imprescindibili parti della nostra stessa conformazione psicofisica.
Ed è proprio dall’accettazione armonica di quel duale patrimomio di partenza,
che prende le mosse la simbologia della carta Natività.
E l’attesa rinascita prima o poi giunge sempre,
quando finalmente siamo in grado di superare i nostri conflitti,
quando la coscienza si apre al concepimento
di nuove possibilita’ esistenziali,
quando finalmente siamo in grado di uscire dai vecchi gironi,
per riappropriarci del foglio bianco di una vita da scrivere,
ancora e ancora.
Ed è così che si ritorna bambini,
e la preziosita’ dell’esistenza ritrova senso e splendore
nella semplice complessità di tutto cio’ che ci circonda.